Modi di dire
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
pp. 18-19
Malann'abbi! - gridò un popolano che era stato atterrato e mezzo pesto dall'impeto – Malann'abbi, marrano scellerato!.... Va, me la pagherai... - Zitto per Dio, Valentino, - borbottava un'altro riprendendolo – non sai tu quanto possano quei crudeli tiranni? - Eh! Si, lo so lo so – ripigliava il primo – e pur troppo! Ma finchè noi staremo sotto la frusta di questi manigoldi saremo sempre macerati a questo modo. - Vorrei sentire un po' che potremo noi fare per non esserlo? - prorompeva un terzo a cui era toccata una forte botta sul naso. - O che! Non avete voi due braccia, due mani ed un coltello? Non sapete che anche gli scellerati son di carne e d'ossa al paro di voi? Chi v'impedisce dal non farne un compiuto massacro? - Ah, voi li temete n'è vero, avete paura de' loro ceffi torti......! O, vedrete se io li temerò, se me la pagherà colui – per San Gavino! Sentite, e qui il popolano si toglieva rispettosamente il berretto – per San Gavino, colui me la pagherà ben cara – e non più tardi di questo giorno istesso! - La cavalcata irrompente continuava a sbaragliare la folla allorchè il Bastardo colpito dalla vaghissima vista d'un oggetto, raffrenò lo scalpitante destriero.
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Poi volgendosi a un fido che gli stava al fianco e che era un vigoroso Etiopo, accennandogli l'oggetto della sua attenzione gli fece a mezza voce: - Moro, vedi tu quella fanciulla? - ella è pur bella! - Pel Profeta se è bella! - esclamava il moro spalancando i suoi occhi di cocco - E' una delle Urridi di Allà, colei!
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Ella era così brutta nel viso che l'avresti ben detta fidanzata di Balzebù.
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Intanto dalla strada maestra del sobborgo uscirono sei graziosi corsieri sottili e vispi come capriuoli. Ciascuno di essi era tenuto pel freno da un fantino vestito di bianco, col berrettino rosso in capo.
pp. 37-39
In questo luogo appunto e lungo le coste del torrente si eseguiva la corsa del palio: il vallone e l'altipiano facevano agli aspettatori le veci di steccato. Dopo una mezzora circa, i vari barberi erano arrivati al sito destinato per la corsa, i graziosi fantini tosto li inforcarono, e ormai erano tutt'orecchi per ascoltare il segno che si doveva dare da un maggiore di Salvenero. Questi finalmente tolse un corno e vi soffiò forte - i fantini gridarono ad una voce: << Uno - seguì un secondo suono; e quelli: << Due - finalmente un terzo che però si perdette tra il rimbombo del terreno calpestato dai corsieri, fra un nuvolone di polvere e le grida frenetiche degli aspettatori. Eccoli, eccoli! - gridava la maggior parte di essi, - Domine aiutali; San Michele assisteteli... - Da lontano si vedevano infatti i diversi corsieri correre con un impeto straordinario e contendersi con ansia indescrivibile il primo posto avanti; quindi raggiungersi, di superarsi, quando uno quando l'altro, ma finalmente vincere quello sopra tutti prevaleva. Ben diceva io, - esclamavano tanti, - che il baio dorato di Plovace avrebbe vinto il primo premio; ecco vedetelo è arrivato già alla metà del palio. - E quì battimani e giubilanti grida - Il secondo giunge or ora; esso e il nero di Bisarcio. Domine che slanci! Gli viene appresso il buero di Sassari il griggio d'Ampurias vorrebbe raggiungerlo; ma si – aspetta un altro poco che ti farà vedere la coda.... Anche l'Isabella di Sorres aspira ad un premio [...] Al primo fu donato un drappo di costoso damasco; al secondo altro drappo di brocato ed al terzo, del velluto. Gli altri non si ebbero che parole di conforto.