Storia
Cagliari, Tipografia del Commercio, 1881
Bozzetti sardi
Ottone Bacaredda
p. 131
Ma prima che il nuovo arrivato abbia avuto il tempo di rispondergli, egli lo ha trascinato, con dolce violenza, sotto il portone, attraverso il cortile, nella miglior stanza della casa, a pian terreno: gli ha offerto il posto d’onore su d’un sofà di paglia, sotto un Carlo Alberto scolorito e un sant’Efisio spiritato, che pendono dalle pareti.
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 5
Volgeva l'anno 1293.
p. 8
Infrangeva crudelmente i più sagrosanti diritti che natura abbia concesso all'uomo - considerava i suoi vassalli come vili strumenti della gleba, a cui, senza posa, dovevano attendere per solo suo bene. Alla sua comparsa si confondeva ogni pudica fanciulla, fuggiva tremante e si raccoglieva sul vicino boschetto, simile a tortorella insidiata dallo sparviero... A lui infelice vassallo, se mai nel giardino d'amore avesse colto una primaticcia rosa, sollecito la presenta; perchè egli per primo ne assorba tutto il verginal profumo!... Inallora correvano que' tempi barbari del Feudalesimo; i tempi degli orribili delitti, delle scellerataggini e delle più atroci vendette! Que' secoli nei quali agiva incontrastata l'iniquità del potere – ove riputavasi legge il talento; virtù, la forza brutale dell'individuo!
pp. 8-9
E la Sardegna, questa terra mai sempre contrariata da nemica stella, doveva pur essa una volta, abbassare il capo a si iniquo governo. Essa, venuta in potere delle due Repubbliche di Genova e di Pisa, che l'avevano conquistata, cacciandone definitivamente i mori, era stata suddivisa in quattro Giudìcati, a capo dei quali stavano dei Regoli o Giudici, che a nome di quelle, v'amministravano la giustizia, e con ogni empietà, v'esercitavano il vassallaggio.
p. 10
Quel sobborgo si spiegava dolcemente sopra un magnifico tappeto di verzura: esso era disposto a forma di anfiteatro, e con la sua torre che spiccava in alto fra i caseggiati, e con gli alberi e i giardinetti che lo frastagliavano, faceva un bellissimo vedere. Era il sobborgo di Salvenero, il quale sorgeva un tempo nelle circostanze di quell'antica città cartaginese distrutta dai Vandali, che fu Plubium e che ora si chiama Ploaghe. Scendendo da questo villaggio vedonsi tuttogiorno gli avanzi del sobborgo accanto ad un antica chiesa abaziale ed ai ruderi di un monastero.