Modi di dire
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 128
Assicurargli mari e monti che a promettere non ci si spende un picciolo - ed egli - che è ambiziosissimo, vedrai, non si farà molto pregare - sarà nostro.
p. 128
Se potessimo indurlo e salvar capra e cavoli.
p. 132
Orsù, Falco levati – soggiungeva poi volgendosi verso un angolo della torre in cui stava sdraiato un armigero, che fin lì probabilmente era stato a dormire.
p. 136
Vi assaggio il sangue... era amaro come la cicuta! Ora dica chi vuole che il cuore delle donne è tenero e dolce... - Con tutta vostra calma, Draghignazzo - esclamarono in coro i compagni - ma voi le sballate troppo grosse.
pp. 138-139
Egli aveva scosso i polverosi turbini di Sahara che da tempo si erano rovesciati sul suo capo e richiamava alla mente i primi giorni della sua vita – i giorni felici. Vedeva la palma del suo orto, il melograno, il cipro ed il nardo, il grunzo, il cinanomo e l'incenso; i ruscelletti e i pozzi d'acqua viva... - e sospirava; perocchè egli aveva perduto ogni cosa. Vedeva l'amica de'suoi primi pensieri d'amore, - le parlava come fosse vicina e le diceva così: - Oh quanto eri bella, amica mia, quanto eri bella! Io ti assomigliava alla rosa di Seroa; perocchè eri bianca e vermiglia... eri dolce più del miele e odorosa, perocchè sparsa de'tuoi oli odoriferi - le tue chiome erano crespe e brune come le ali del corvo e le tue tempie erano simili ad un pezzo di melograno... I tuoi occhi sembravano colombi presso ruscelli d'acqua ed erano come lavati di latte, e posti come dentro il castone d'un anello... le tue guancie erano simili ad un'aja d'aromati a bussoli d'odori... le tue labbra simigliavano un filo tinto di scarlato e stillavano mirra schietta. - Tu eri così bella, o sposa mia, colomba mia, eri così bella e m'inspirasti amore.... e tu mi amavi perchè eri Amore stesso.