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Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 19
Poi volgendosi a un fido che gli stava al fianco e che era un vigoroso Etiopo, accennandogli l'oggetto della sua attenzione gli fece a mezza voce: - Moro, vedi tu quella fanciulla? - ella è pur bella! - Pel Profeta se è bella! - esclamava il moro spalancando i suoi occhi di cocco - E' una delle Urridi di Allà, colei!
pp. 74-75
Adelasia inconscia delle mene adoperate dal marito contro il fratello, si era querelata presso papa Gregorio IX perché si degnasse fulminar le censure contro autori del misfatto. Questo papa - quanto ipocrita, altrettanto ambizioso, colse propizio il momento di raffermare gli antichi diritti della santa sede sul Giudicato, epperò con tutta sollecitudine commise all'Arcivescovo di Pisa il reclamato ufficio e di pari tempo inviò alla reggia di Ardara certo suo cappellano Alessandro istruito del ciò da fare. [...] – anche quelli che aveva erdedato dal suo avolo Guglielmo di Massa in Sardegna, Corsica, Pisa, ecc, ecc. Quest'atto veritiero – perchè corredato da documenti che tuttavia esistono – mentre segnala debolezza anzi dirò vigliaccheria di questi nostri antichi principi, manifesta pure l'ingordigia del dominio dei papi a quell'epoca.
pp. 78-79
Gerusalemme presa e ripresa or dai Cristiani, or dai Turchi era caduta fin dal 1244 in potere di questi ultimi. Le forze cristiane – all'epoca del nostro racconto – si erano concentrate nella Tolemaide (San Giovanni d'Acri) ed ivi, le città marittime Genova, Venezia e Pisa continuatamente fra loro gareggiando, vi avevano quartieri, leggi e magistrati proprii.
p. 78
E poiché quei luoghi in cui aveva gustato tante care gioie, gli tornavano ormai tristi ed angosciosi, decise abbandonarli almeno finchè il suo spirito si rendesse più calmo, e si propose fare un lungo pellegrinaggio per la Terra Santa. A tal fine assestate le sue cose e tolti seco i due carissimi figlioletti, partì senza indugio alla volta di Cagliari. [...] - quindi intraprese il disastroso viaggio per Gerusalemme.
p. 79
Guantino stette lungo tempo visitando quei luoghi santi, che tuttora presentano i vestigi di quel Grande che fondò la nostra Religione. Vi ammirò il tempio di Salomone, il S. Sepolcro, vi salì il Calvario, il Carmelo, il Libano; e sempre infervorato nell'esercizio di pie opere, nelle preghiere per la salute dell'anima di sua consorte – per cui sopportava le infinite molestie del lungo pellgrinaggio.