Geografia
Cagliari, Tipografia del Commercio, 1881
Bozzetti sardi
Ottone Bacaredda
p. 59
Egli espia in un bagno i suoi falli […]; mentre in un povero paese smarrito fra i monti e ignorato dal mondo, una donna […] veste a bruno pel suo secondo marito.
p. 72
Più lungi, sul ceruleo specchio del mare, cento burchielli spiegavano al vento le candide vele, ed il fumo d’un piroscafo si disegnava in fondo, sull’orizzonte, assumendo le forme d’un mostro immane e misterioso.
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
pp. 6-7
Intanto da un sobborgo posto nel fondo di una valle, e da una chiesuola, in vicinanza di esso, veniva per l'aria un frastuono confuso di campane suonate a distesa, di canti e di zampogne, di tamburelli e di pifferi, che trasmettendosi per ondulazioni e ripetendosi languidamente dall'eco, si udiva da lontano come il concerto di una soavissima melodia. [...] Ella si vedeva contenta del suo signore, però ansiosa che ormai Dio le conceda un pegno del suo inalterabile affetto. Sparsi qua e là venivan dietro, mirandi saltellanti di fanciulli bianchi e vispi come cerbiati; più lontano, vegliardi incalliti e ricurvi sui loro vincastri - e ancor più giù, una massa bruna di vecchierelle vestite a gramaglia.
pp. 7-8
Era il Signore del contado che discendeva dal suo castello posto a cavalieri d'un dirupo lassù, in quel monte selvaggio. Egli veniva con un corteo di cavalieri corazzati; i quali li stavano in giro rispettosi, obbedienti e pronti, a suo cenno, d'eseguire qualunque comando per tristo che fosse. - Egli spiccava sovra ogn'altro per lo splendore delle sue armi, pel ricco suo criniero e per la pomposa gualdrappa a liste d'argento con lo stema, in oro, dalla famiglia, che bardava magnificamente il suo destriero.
p. 8
Infrangeva crudelmente i più sagrosanti diritti che natura abbia concesso all'uomo - considerava i suoi vassalli come vili strumenti della gleba, a cui, senza posa, dovevano attendere per solo suo bene. Alla sua comparsa si confondeva ogni pudica fanciulla, fuggiva tremante e si raccoglieva sul vicino boschetto, simile a tortorella insidiata dallo sparviero... A lui infelice vassallo, se mai nel giardino d'amore avesse colto una primaticcia rosa, sollecito la presenta; perchè egli per primo ne assorba tutto il verginal profumo!... Inallora correvano que' tempi barbari del Feudalesimo; i tempi degli orribili delitti, delle scellerataggini e delle più atroci vendette! Que' secoli nei quali agiva incontrastata l'iniquità del potere – ove riputavasi legge il talento; virtù, la forza brutale dell'individuo!