Flora e fauna
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 61
Mi sapresti dire se Guelfo abbia raggiunto quel tristaccio di Vanni Gobetta di cui faceva avida ricerca per vendicarsi in parte dell'infame morte fatta soffrire ad Ugolino suo padre - alla quale credesi il Vanni abbia contribuito non poco... - Si, l'ha raggiunto finalmente e se sapessi come gliel'ha pagata... lo fece nientemeno attanagliare sopra un carro e poi squartare da quattro cavalli rudi!
p. 77
E Guantino avrebbe forse raggiunto il suo intento, se questa terra di triboli, che mai ne può dare di seguito gigli e rose, stanca delle grazie prodigategli ora apprestava a lui il calice amarissimo delle avversità.
pp. 82-84
Pisa dichiaratasi già nemica di Genova fomentando gli antichi rancori, incominciò l'offensiva col prendere verso il 1276 le difese d'un signore corso a svantaggio della rivale. Costei ne fu punta sul viso e si diede ad allestirsi per la rivendica. In un primo scontro ventiquattro navi pisane furono assalite e fugate. Pisa mal sopportando l'oltraggio, fece di tutto per armare cento e tre galee con le quali andò a schierarsi proprio di fronte a Genova, incitandola alla pugna con infiniti improperi e schiammazzi e gettando dentro le mura per milanteria freccie d'argento. Genova quanto mai superba e severa tutrice dell'onor suo, non appena fu in grado di mettere in mare cento venti galee, ricambiò l'insulto. Pisa ancor più inacerbita risalì sulle navi e corse sitibonda di sangue alla vendetta. Le due nemiche si scontrarono nello scoglio della Meloria che doveva dappoi eternare il fraterno eccidio, e quivi spiegatesi, dato il solito segnale, si azzuffarono. Alberto Morosini ammiraglio veneziano comandava l'armata pisana e Umberto Doria, la genovese. Il primo scontro fu d'ambe le flotte d'egual vigoria e ferocia; il mare ne fu tutto sconvolto e videsi trasformare in un momento - così erano precipitate le mosse delle navi, - in tanti solchi spumosi e densi. Era un continuo scagliar dardi l'un l'altro, proietili, animali velenosi raccolti in vasi di terra e materie incandescenti. [...] Effettivamente essa è fatta prigioniera con undici mila uomini..! Così Pisa giacque sorpresa dal nemico e dal tradimento..! Inallora si formava quel motto: << Chi vuol veder Pisa vada a Genova! >>.
p. 83
Alberto Morosini ammiraglio veneziano comandava l'armata pisana e Umberto Doria, la genovese. Il primo scontro fu d'ambe le flotte d'egual vigoria e ferocia; il mare ne fu tutto sconvolto e videsi trasformare in un momento - così erano precipitate le mosse delle navi, - in tanti solchi spumosi e densi. Era un continuo scagliar dardi l'un l'altro, proietili, animali velenosi raccolti in vasi di terra e materie incandescenti.
p. 85
Terminarono le feste; la corsa delle giostre e delle quintane si erano eseguite con quell'ardore giovanile, con quella leggierezza e bravura che tanto si addimostrava in que' tempi. Si erano poi impartiti i premi ai segnalati giostratori; e chi si ebbe un elmetto di forbitissimo acciaio, chi una spada, chi una ghirlanda di fiori dalle gentili mani d'una gentilissima dama, e chi finalmente il cranio rotto con i motteggi e gli scherni per sopramercato, de'suoi compagni.