Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 55
Arrivati vicino allo stagno, disse aver egli veduto nell'archivio regio di Cagliari una cedola del R. Fisco al Procuratore Reale, in data del 24 settembre 1592, in cui domandava si cancellassero i provvedimenti presi dal Vicario di Arborea, nei quali era compresa la pubblicazione delle censure contro i pescatori del mare e stagno di Cabras provocate ad istanza del canonico Trogu; prebendato di quel villaggio, il quale pretendeva la decima del pesce che ivi si pescava.
p. 55
Quello è il promontorio di S. Marco. Nel versante orientale sono scavate le tombe della famosa città di Tharros – urbs antiqua Tirrhae, seuu Turrhae, dice Fara – la quale, secondo Spano, aveva quattro miglia geografiche di circonferenza. Vi si trovano mosaici, statue spezzate, fontane, templi. La città fu spogliata nel medio evo; ed al tempo degli spagnuoli il Viceré fece pubblico bando contro chi scavava per cercar monete e tesori.
pp. 55-56
Nel 1842 vi si fecero scavi, alla presenza del re Carlo Alberto; nel 1850 dall'archeologo Spano; nel 1851 da Lord Vernon, che vi scuoprì quattordici tombe; e in seguito gli speculatori, paesani o forestieri, vi piombarono coll'avidità degli antichi saraceni. Lo Spano scrive, che in venti anni – fino al 1859 – vi furono dissotterrati oltre quattromila scarabei.
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Sono le rovine di un antico castello, che vuolsi fosse una casa di piacere della grande Eleonora di Arborea.
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E' San Giovanni di Sinis; costrutta, a quanto dicesi, nel IX secolo. Era la principale chiesa della Tharros cristiana...Più in là è l'altra chiesetta di S. Salvatore, dove si fa una festa popolare, nella prima domenica di settembre...Tutta la regione è sparsa di Nuraghi; il Padre Vitale asserisce vi esistessero quaranta villaggi.