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ENRICO COSTA


Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
Cabras
 

A sei chilometri da Oristano, sulla riva orientale dello stagno di Mare-Pontis, giace Cabras - il villaggio più popoloso del Circondario, dopo San Lussurgiu, Cuglieri e Terralba. Nell'anno 1834 contava 3556 abitanti; oggi ne conta 4200.
Le case di Cabras - come quelle della maggior parte dei paesi del Campidano - sono costrutte di làdiri; così sono denominati certi mattoni indigeni composti di argilla e paglia, disseccati al sole.
Più che al suo famoso stagno, così ricco di pesci; più che alle sue vigne ed ai molti oliveti che gli fanno corona, Cabras deve la propria fama alle sue donne, giudicate per voto unanime le più belle della Sardegna.
Un paese famoso per le belle donne non può essere dimenticato dai sardi in generale e dai ganimedi dei dintorni in particolare: onde le frequenti visite a quel fortunato paese, per esilarare gli occhi e lo spirito nel sembiante grazioso delle figlie d'Eva, la cui forza non consiste che nella debolezza di lasciarsi corteggiare. La maggiore o minore accondiscendenza del sesso debole dipende dal venir più o meno tentato, motivo per cui la virtù della donna è quasi sempre in rapporto diretto colle tentazioni dell'uomo. E un tal ragionamento ci trascinerebbe nostro malgrado a questa conclusione: se è vero che le donne di Cabras sono troppo umane, la colpa è degli uomini, che sono troppo donnaiuoli.
Perché, insomma, le donne cabrarisse sono così care? Si potrebbe rispondere con una frase commerciale: perché le molte richieste degli ingordi compratori fanno rincarare la merce.
La fama delle belle donne di Cabras trasse in ogni tempo molti visitatori a quel paese; e non vi fu poeta, non storico, non archeologo, né viaggiatore, sardo o straniero, che non ponesse in rilievo l'eterno femminino di quel lembo di terra - cogliendo magari per pretesto la visita scientifica od artistica agli avanzi dell'antica Tharros, sepolti in quelle vicinanze.

 
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