Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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La Bella di Cabras si alzò lentamente… colse là vicino alcune foglie di menta, di cui fece una pallottola e si appressò al muro.
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Temeva forse l'apparizione del frate bianco.
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A destra, verso il Rimedio, una linea bigia di oliveti, rotta qua e là dal verde cupo di qualche pino che spinge in alto la sua chioma ad ombrello; più in là, verso ponente, alcuni gruppi di pioppi dalle fogli tremolanti che splendono al sole come faccette d'argento.
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Dal verde cupo di qualche pino che spinge in alto la sua chioma ad ombrello.
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Il Ponte Grande – da noi più volte menzionato in questo racconto – ebbe fin da tempo remoto il battesimo di Ponte del Diavolo, poiché fu sempre creduto opera dello spirito infernale. Una tradizione popolare – pur riportata dal Lamarmora ed altri scrittori – narra che questo ponte fosse fabbricato in una sola notte dal diavolo, che in quel tempo era al servizio e in molta intrinsichezza con Leonardo Alagon, quarto ed ultimo marchese di Oristano, verso il 1470. Si aggiunse pure, che l'ingegnere infernale, troppo affrettato nella costruzione, non ebbe tempo di collocare le due grosse pietre che vi mancavano.