Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 287
Per poter sposare una fanciulla contro la volontà dei genitori, verso il 1650, bastava semplicemente baciarla in pubblico. E riusciva così bene questo mezzo violento, che se lamentò l'abuso nel Parlamento nel 1641, dove fu proposta la pena di morte al violentatore, oltre alla confisca dei beni, da dividersi fra il Governo e la famiglia della donna baciata! [..] Non siamo più ai tempi del re Carlo Felice; il quale, all'art. 1863 del suo codice (vedi che me lo ricordo!) puniva con pene economiche e negava l'accesso in corte a qualunque famiglia nobile volesse contrarre un matrimonio sconveniente e indecoroso. E vuoi saperne il motivo? Te lo dice lo stesso codice: “affinché si mantenga illeso ed illibato il lustro e lo splendore delle famiglie d'antica e generosa nobiltà”.
p. 292
Sotto la protezione del boccale (su congiu).
p. 317
Tre sere dopo, la notizia venne confermata da una vecchia, la quale parlò dell'anima bianca e del diavolo nero, del cerchio di fuoco e degli occhi accesi che illuminavano la strada.
p. 318
i>Su lèppiri (la lepre).
p. 318
E il suo dubbio divenne certezza quando gli si disse che il figlio di don Piricu montava un superbo cavallo di manto nero, vestiva una giacca di panno bianco, e teneva al collo un fazzoletto di seta color fiamma.