Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 162
Si era tolto il giubboncino rosso e lo teneva sulle ginocchia. [...] Ben di rado le paesane campidanesi lasciano scorgere la loro capigliatura, sempre imprigionata sotto il fazzoletto color arancio o marrone.[...] Aveva dei lineamenti d'una delicatezza sorprendente, ed una carnagione diafana, vellutata, sulla quale spiccavano il bianco niveo dei denti e il nero corvino delle pupille, delle sopraciglia e dei capelli.
p. 163
Lo studente non aveva saputo resistere alla vista di quell'onda di capelli che spiccavano sulla candida camicia, lumeggiati dal chiarore dell'alba.
p. 165
Sepolto nella zimarra nera, non esente da frittelle, l'avresti detto un don Abbondio minuscolo.
p. 165
Non aveva che socchiudere gli occhi, per vedere un collo bianchissimo e un mezzopalmo di spalla nuda, velata da un'onda di capelli neri.
p. 171
La Rosa si fece rossa rossa, e poi ruppe in una franca risata.