Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 115
In quell'anno 1861 – come nei precedenti, e fino al 1884 – la popolazione di Oristano attingeva l'acqua al fiume di Ponte Grande.
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Ad Oristano – come in tutti i paesi cristiani – le veglie di San Giovanni sono aspettate con impazienza dalle ragazze. Nel campidano è molto in uso il nénneri, il fascio dei germi che diedero la semente dell'orzo e del frumento.
p. 120
Dal cortile – diviso in sezioni, per separare il forno dalla stalla e la stia dal luogo del bucato – veniva su, arrampicandosi pel muro, una grossa vite, i cui tralci andavano a contornare la finestra della camera da letto. [...] Nell'angolo dei due muri – dove il ballatoio faceva gomito – era una conca da bucato, colma di terra vegetale, in cui era piantato un rosaio colossale che andava a lambire il balcone.
pp. 122-123
E mentre Carlino mangiava, tutti i parenti gli si fecero intorno, aprendo le orecchie e seguendo con gli occhi tutti i suoi movimenti, come li seguivano il cane di don Antonico e i due gatti di donna Clara, i quali speravano dalla generosità del nuovo commensale qualche residuo di pietanza.
p. 123
i>Coru portamu, isciu,/e no ndi portu prus;/unu hat essi su miu/si tui ndi portas dus!