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autori

Enrico Costa

opere

La bella di Cabras

Enrico Costa

Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007

La bella di Cabras

Enrico Costa

p. 71
Da Oristano a Santa Giusta non si vedeva più terra.

geografia

p. 71
Fra le inondazioni che più volte funestarono il campidano oristanese per lo straripamento del Tirso, nessuna certamente rimarrà memorabile come quella del 9 dicembre 1860.

geografia, storia

p. 71
Da Oristano a Santa Giusta non si vedeva più terra. Era tutto un mare da cui spuntavano i tetti delle case e il ciuffo di qualche albero. In Oristano era un vero orrore. L'acqua precipitava nelle vie con sordo fragore e inondava i magazzini. I cittadini fuggivano atterriti, chiedendo invano soccorso.

flora e fauna, gente, geografia

p. 73
I loro gemiti commossero tutto il paese. La loro casetta era assediata dalle visite delle comari e dei vicini che esortavano alla rassegnazione ed al coraggio quei quattro disgraziati. Il focolare rimase spento per due giorni – com'è usanza nei paesi sardi, quando la morte ha visitato una casa – ed i parenti e gli amici avevano pensato a provvedere il pranzo e la cena in quei giorni di pianto e la cena in quei giorni di lutto. Si sperava ancora in un errore, in una falsa notizia. Forse la donna era stata veduta e salvata da qualche pietoso; forse era stata ricoverata in qualche capanna... […] Zio Antonio Maria non sapeva darsi pace; imperoché amava molto la sua compagna, quantunque, come succede dei sardi, non si profondesse troppo in tenerezze. Il Bresciani, a questo proposito, ha fatto una giusta osservazione. Egli ha scritto: “il sardo è di natura sobrio, onesto, ospitale; osserva mirabilmente i maggiori, ed è tenero in eccesso dei figliuoli; pregia la sua donna come gemma di casa, ma non si profonde in vezzi; l'onora in petto, ma la vuole sommessa e riverente in atti e in parole”.

costumi

p. 76
Uno degli agenti segreti, a cui la signora Giovannica si era raccomandata per la delicata missione, era stato il Rettore di Cabras; il quale, per il suo ministero, poteva più di ogni altro conoscere i bisogni e la moralità delle sue parrocchiane. Il Rettore aveva già posto gli occhi sopra Rosa; e dopo la disgrazia avvenuta alla famiglia, pensò di ritornare all'attacco presso zio Antonio Maria, ormai accasciato sotto tanti infortuni. Bisogna qui dichiarare, a scanso di equivoci, che il parroco agiva in tutta coscienza, e che, più che a fare un piacere alla moglie del consigliere, aveva in animo di alleggerire le sventure di zio Antonio Maria, uomo onesto e laborioso che gli voleva togliere dai fastidi e dalla miseria. Il parroco si presentò di nuovo a zio Antonio Maria, e gli ricordò l'antica proposta. Gli fece considerare che i tempi si facevano sempre più tristi; che a Cabras altri contadini, più ricchi di lui, non avevano esitato a collocare come serve le proprie figlie, e che infine si era presentata per Rosa una vera fortuna da afferrare per i capelli, trattandosi di entrare al servizio di una delle più oneste, ricche e rispettabili famiglie d'Oristano.

costumi, religiosità

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