Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 319
laquo;Conosco l’argomento e mi sento solidale col Negus e con tutti i popoli colonizzati: loro sono colonizzati là, in Africa, in Asia, o altrove; io vengo colonizzato qui»
p. 320
laquo;Gli altri subiscono, emigrano, non votano perché nullatenenti e analfabeti, e se si radunano in piazza per far valere le loro ragioni, gli si spara addosso».
p. 320
laquo;Te la caveresti con poco, anche perché hanno interesse a far dimenticare Bugerru.» […] «Parto per la Corsica, e di lì andrò a Marsiglia».
p. 321
laquo;C’è un carico di sughero che parte per Marsiglia la settimana prossima».
p. 322
Ora l’Africa accendeva la sua fantasia. Lo aspettava un lavoro quasi da burocrate in un vecchio fortilizio arroventato dal sole, ma lui non lo sapeva, e sognava l’Africa di Pierre Loti e del capitano Bòttego e fantasticava di partite di caccia e di donne meravigliose.