Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 304
Passò per San Silvano, e, orientandosi, saltò giù e prese, attraverso i monti, la scorciatoia che lo portò a Bugerru, dove arrivò sul far della notte.
p. 304
Tra i «signori», Angelo e Francesco erano le persone che stimava di più; eppure la condizione dei minatori del Sulcis li lasciava indifferenti ed era chiaro che lo sciopero, per quanto causato da ragioni valide ed evidenti, non aveva la loro approvazione.
p. 304
Camminò per buona parte della giornata lungo la strada di Norbio, di buon passo, poi chiese un passaggio a un carro e si addormentò sulle fascine di lentischio.
pp. 304-305
ldquo;Dormiva lo stesso, avvolto in una mastruca da pastore, e sognava il futuro: un mondo senza padroni, i minatori che gestivano le miniere e gli operai delle fabbriche di tutto il mondo, i marescialli prendevano ordini dalla Camera del Lavoro&rdquo
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Tra i «signori», Angelo e Francesco erano le persone che stimava di più; eppure la condizione dei minatori del Sulcis li lasciava indifferenti ed era chiaro che lo sciopero, per quanto causato da ragioni valide ed evidenti, non aveva la loro approvazione.