Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 260
ldquo;La gente, nei paesi, ha la mania di combinare matrimoni forse obbedendo alle leggi della conservazione della specie. Quando in un rione, in una contrada, due giovani sono «adatti», si comincia a parlarne indipendentemente dalle intenzioni degli interessati, e qualche volta, a forza di parlare, la cosa si realizza. […] Quando il suo amico Antioco Cadoni gliene fece cenno, disse che lui, figlio di contadini e contadino, non sarebbe mai fatto venire in mente certe idee&rdquo
p. 260
La gente, nei paesi, ha la mania di combinare matrimoni forse obbedendo alle leggi della conservazione della specie. Quando in un rione, in una contrada, due giovani sono «adatti», si comincia a parlarne indipendentemente dalle intenzioni degli interessati, e qualche volta, a forza di parlare, la cosa si realizza. […] Quando il suo amico Antioco Cadoni gliene fece cenno, disse che lui, figlio di contadini e contadino, non sarebbe mai fatto venire in mente certe idee.
p. 261
La gente li salutava al passaggio con un rispetto che era anche affettuosa approvazione.
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Lontano, al limite del canneto, zio Raimondo chino, smuoveva la terra con una corta zappa. Dal cielo veniva un fitto squittìo di allodole. […] Al di là dei vetri della finestra svettavano, chiarissime, le cime dei pioppi.
p. 262
Vedeva Valentina sana e allegra nelle chiare e fredde giornate invernali, portava sul suo vestito color tortora una sciarpa di seta lilla e camminava incontro a lei nella biada alta e frusciante del chiuso dove un giorno avevano portato Zurito