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autori

Giuseppe Dessì

opere

Il disertore

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

Milano, Mondadori, 1972

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

p. 219
Il sottobosco, oltre che di grandi roveti, era ricco di corbezzoli che, dopo la fioritura del primo autunno, si erano caricati di frutti rossi, saporiti e freschi, ancora bagnati di rugiadaSi udivano le loro voci allegre e forti mentre le schegge bianche sprizzavano , diffondendo intorno l’odore del legno fresco. […] Questi uomini, neri per la sottile polvere di carbone e che era penetrata nei loro pori fin dall’infanzia, si aggiravano silenziosi tra i toscani dal viso rubicondo e dalla parola sonora.

colori, flora e fauna

p. 220
Passava molto tempo prima che la legna verde cominciasse a bruciare e dagli sfiatatoi uscisse il denso fumo azzurrino. […] Ogni carbonaia bruciava per due o tre settimane, a poco a poco la legna verde si trasformava in brace sotto la coltre di terra, e senza consumarsi si spegneva, diventava carbone come se i rami, tagliati a pezzi uguali, si fossero fossilizzati sotterra. […] Su un ramo verde, lungo un braccio e non più grosso del pollice incideva col coltello una tacca bianca per ogni giorno che passava.

colori

p. 220
Avevano quell’rate nel sangue e la pelle imbevuta dalla nera polvere impalpabile.

colori

p. 220
I più poveri a Norbio, quelli che non avevano altro che le proprie mani, un pennato, la scure e il coltello da tasca, fabbricavano carbone da innumerevoli generazioni.

gente

p. 221
La valle si riempì d’improvviso silenzio attraversato solo ogni tanto dal grido stridulo di una gazza o dal chioccolìo trasversale e rettilineo di un merlo che, saettando tra gli alberi radi in un paesaggio divenuto nuovo e pericoloso, si imboscava nei folti cespugli lungo il torrente.

flora e fauna

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