Giuseppe Desś
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
p. 187
Così passavano i giorni e i mesi; il tempo passava e Valentina lo sentiva fluire dentro di sé: sapeva che il bambino sarebbe nato, con l’aiuto di Dio, nel mese di settembre.
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Gli olivi avevano cominciato a mignolare. […] «A quanto dice tuo padre non si dovrebbe avere nemmeno la mosca, quest’anno».
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laquo;Stà attento a non fare sciocchezze: ricordati che avrai un figlio a cabidanni.» In Parte d’Ispi le parole durano a lungo come tutte le altre cose. Cabidanni è puro latino e significa settembre. Per gli antichi abitanti che parlavano la lingua dei loro dominatori d’oltremare, l’inizio dell’anno caput anni cadeva in settembre, che era ed è considerato un mese propizio per cominciare cose nuove. Cabidanni doveva essere propizio anche per la nascita di un bambino
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Prima della gravidanza diceva alla svelta, mezzo addormentata, le preghiere della sera. Ora invece la paura era cresciuta senza alcuna ragione apparente, pregava a lungo: ripeteva un certo numero di requiem per ogni persona che aveva visto morta o della cui morte era venuta a conoscenza. I morti le facevano pena; le riusciva più facile immaginarsi il buio senza fine anziché la luce della misericordia divina. La luce e la misericordia erano per lei una cosa astratta; mentre il buio, il silenzio, l’ignoto erano una cosa sola, che si identificava con la morte”. p. 188
“«Con l’aiuto di Dio!» Con l’aiuto di Dio passò la primavera; poi, d’improvviso, arrivò l’estate.
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Parlava un misto di sardo e di toscano.