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autori

Giuseppe Dessì

opere

Il disertore

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

Milano, Mondadori, 1972

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

p. 184
Angelo aveva imparato a leggere una mappa fin dal tempo in cui aveva ricostruito la ferrovia a scartamento ridotto, e riconobbe subito in quel foglio giallino la regione di Aletzi, con due torrenti che scorrevano tortuosi in fondo alle vallate e in mezzo, come posato dalla mano di un dio, il conico colle boscoso: Monte Mei.

colori

p. 185
La zona di caccia era il Monte Mei.

geografia

p. 185
Angelo se ne stava seduto sotto un gran leccio, il fucile carico appoggiato al ginocchio e dominava tre passaggi in cui il cinghiale sarebbe potuto apparire da un momento all’altro. Sarebbe stato annunciato comunque da latrato dei cani. […] Era un grosso cinghiale maschio di una decina d’anni, del peso di almeno settanta, ottanta chili, circondato da molti cani, tra cui Carignosa. Carignosa era un cane da punta e da riporto, ma era anche bravissima col cinghiale, per velocità e coraggio

flora e fauna

p. 186
Due dei cani migliori giacevano sventrati a pochi passi. […] Il cinghiale piegò le ginocchia e piantò il muso nel pietrisco; ma era ancora vivo. Altri cani si lanciarono all’attacco. Angelo non ricaricò il fucile; lo appoggiò al tronco del leccio e, estratto dal fodero il lungo coltello, andò verso il cinghiale ferito, afferrò saldamente il muso con la mano sinistra e gli affondò la lama sotto la gola fino al cuore. […] La prese delicatamente in braccio, incurante del sangue che gli imbrattava la giacca e i calzoni, la posò su un letto di felci secche, le diede da bere l’acqua della borraccia in una scodella di latta e tenendole il muso tra le mani la guardò morire. Subito dopo arrivarono i battitori che finirono con una fucilata i cani feriti e si caricarono sulle spalle il grosso cinghiale.

flora e fauna

p. 187
ldquo;La tavola era apparecchiata e Barbara stava per servire la minestra di finocchi e formaggio che aveva imparato a fare da Sofia&rdquo

costumi

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