Giuseppe Desś
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
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La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governanti piemontesi. La Sardegna continuava ad esser tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del Regno, e i suoi abitanti eran considerati alla stregua dei briganti calabresi.
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Una sera, verso la metà di febbraio, il signor Manno propose ad Angelo di andare a caccia ad Aletzi, una regione a nord-ovest di Norbio dietro Monte Volpe, i cui boschi erano ancora intatti. […] Era temuto come individuo violento e di pochi scrupoli e sospettato come organizzatore delle più famose bardane che, partendo da Norbio, avevano svolto le loro azioni sanguinarie nella regione del Sulci
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Al segnale convenuto, sotto gli occhi attenti della folla assiepata alle sue spalle, montava a cavallo con un salto da acrobata, caricava il lungo fucile, si assestava sulla sella, sputava, si lisciava la gran barba nera che gli arrivava alla cintola, poi alzava lento il fucile, mirava per un lungo istante, e la testa del gallo saltava via di netto.
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ldquo;I confratelli delle Anime indossavano, durante le cerimonie religiose, una cappa rossa, quelli di Nostra signora con la cappa bianca, con due buchi per gli occhi, ma tutti indistintamente portavano sotto la cappa la leppa, il coltello sardo lungo almeno un palmo e mezzo, simile al machete usato nei paesi dell’America latina dai tagliatori di canna da zucchero.
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ldquo;«Ci riesco perché in questa stagione hanno la cresta molto rossa!».