Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 158
ldquo;Da tempo immemorabile la gente distillava la terribile acquavite con mezzi artigianali. In nessuna casa mancava il rudimentale alambicco di rame. Il prodotto veniva venduto a Cagliari, dove era gravato da un dazio esorbitante. &rdquo
pp. 158-159
Era un ammiratore di Manzoni, nel segreto dello studio polveroso e puzzolente, impallidiva a petto di Balzac e di Chateaubriand, di Diderot e di Voltaire.
p. 159
Dopo aver parlato col cieco Sisinnio Casti, interrogò tutte le persone che si erano trovate presenti il giorno di Santa Barbara, nello spiazzo tra i cespugli di oleandro, e a tutti raccomandò la massima discrezione.
p. 159
Dopo aver parlato col cieco Sisinnio Casti, interrogò tutte le persone che si erano trovate presenti il giorno di Santa Barbara, nello spiazzo tra i cespugli di oleandro, e a tutti raccomandò la massima discrezione.
p. 160
Zio Antoneddu aveva cominciato ad affumicarlo col suo sigaro nero e puzzolente soffiato attraverso gli appositi tubi, che finivano nelle froge del bue e dell’asino: un vapore azzurrino che simulava molto bene il fiato di due bestie ben nutrite in una notte gelida e faceva correre brividi di freddo nella schiena degli spettatori.