Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
pp. 146-147
ldquo;Il pericolo era che qualcuno capitasse nella stalla e lo trovasse così, in mutande e scalzo. Si avvolse con cura nel mantello d’orbace, che pungeva come un cilizio, e così imbacuccato si acconciò vicino a un altro bue e decise di aspettare&rdquo
p. 146
La cima rossa del campanile gli serviva per orientarsi in quel labirinto.
p. 147
ldquo;La cosa più grave non gli pareva il pericolo di venire accusato ingiustamente di un delitto che non aveva commesso, ma il fatto di avere, in quelle condizioni, compromesso Valentina. Era certo che tutto il paese sapeva che Valentina la notte prima aveva dormito con lui nel lettino di Balanotti&rdquo
p. 147
Così era accaduto ai frantoiani, a comare Verdiana, alla stessa Sofia, che aveva tenuto la luce accesa tutta la notte e alle sorelle di Valentina, che al mattino avevano gli occhi rossi di pianto-
p. 147
Angelo si vedeva riflesso in quell’occhio nero e lustro come la lente di un binocolo.