Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
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ldquo;Lorenzo Gamurra era diventato vecchio nella foresta d’Escolca prima che riuscissero a prenderlo. Lo avevano ferito a una gamba e si era dovuto arrendere. E tutto era stato per niente perché poi, al processo, lo avevano assolto&rdquo
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Angelo guardò il cielo d’un grigio uniforme e le nuvole fuligginose che il vento altissimo spingeva verso la pianura.
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ldquo;«Avete bevuto l’acquavite?»
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Lanciò uno schizzo di saliva giallastra contro la pietra scura del montatoio, poi si voltò e le redarguì: «Avete preso il chinino?» diceva.
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ldquo;Disse che non credeva alla giustizia ma che bisognava giocare d’astuzia. «E poi,» aggiunse «non si sa mai quanto può durare l’istruttoria e il processo; e stare in prigione, innocenti o colpevoli, è duro. Se dài retta a me, cerchi di stare nascosto e non farti prendere»&rdquo