Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
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laquo;Vostra madre non lo crede, ma non ha importanza quello che crede Sofia Curreli, quello che crediamo noi … bisogna provarlo, bisogna; e intanto – dice l’avvocato – è meglio che stiate nascosto, per un poco» «Io sono innocente e vado a costituirmi: se scappo, se mi nascondo, è come dire che ho paura, che sono stato io.» […] «Anche Sofia Curreli diceva come voi; ma l’avvocato dice che è meglio se rimanete uccel di bosco …» «Come un bandito? Come Lorenzo Gamurra, che rimase alla macchia venti anni?» «Se avete fegato, fate come Lorenzo.» «Io non mi metterò a fare il bandito. Scenderò in paese, andrò dal maresciallo»
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Offrì a Valentina pane abbrustolito, olive e formaggio
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Il cavallo lo avrebbe preso Valentina: a lui sarebbe stato solo d’impaccio. Angelo sellò il cavallo, strinse con cura il sottopancia, agganciò il barbazzale.
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ldquo;C’era una grotta nel fianco della collina; al primo allarme, lui sarebbe andato lì a nascondersi. Chi fosse venuto dal paese, o lei, o Sofia, o Raimondo Collu, avrebbe lasciato le provviste all’interno della casa&rdquo
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Gli ravviò una ciocca di capelli, recitò una preghiera e si addormentò.