Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 136
Un razzo si alzò ondeggiando nel buio verso l’esigua falce di luna; scoppiò a ombrello illuminando per un momento il profilo delle montagne: Monte Homo, Punta del Vischio, Monte Volpe.
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Il cavallo, al passo, gli veniva quasi addosso. Si fece un po’ da parte e nello stesso momento avvertì una risatina soffocata e il ben noto profumo. Valentina gli scivolò fra le braccia mentre il cavallo continuava a camminare.
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Il cavallo, al passo, gli veniva quasi addosso. Si fece un po’ da parte e nello stesso momento avvertì una risatina soffocata e il ben noto profumo. Valentina gli scivolò fra le braccia mentre il cavallo continuava a camminare.
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laquo;Io lo porto sempre il fucile. Sono venuto per sparare ai colombi».
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laquo;La gente lo crede? Credono davvero che io abbia sparato ad Àntola? … Quando è successo?» «La gente,» disse Gavino con voce grave, pacata «non so se lo credono.».