Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 128
laquo;Sia lodato Gesù Cristo» mormorò all’uso dei vecchi, quando Zurito si fermò accanto a lui. «Sempre sia lodato» rispose Angelo.
p. 128
C’era gente nello spiazzo: carri e buoi con uomini e donne, branchi di porci con i loro guardiani, e il forestiero con la donna in groppa sul giovane morello.
p. 129
Non aveva mai perdonato il Re di averglielo portato via come si sequestra un giogo di buoi o un cavallo per le tasse non pagate.
pp. 129-130
Angelo conosceva il dolore inconsolabile del vecchio, e ogni volta gli pareva di poterlo decifrare in tutti i particolari su quel volto straziato, come se le profonde cicatrici e la cecità fossero state causate non dal fucile che gli era scoppiato tra le mani, ma dalla lettera del ministero della Guerra che un giorno il maresciallo gli aveva portato.
p. 129
ldquo;Portava il fazzoletto nero dell’eterno lutto vedovile e il vecchio la fascia nera al braccio&rdquo