Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 104
Ora non solo venivano abbattuti gli alberi secolari, ma si tagliavano anche le piante di corbezzolo, di lentischio, di salice, senza rispettare nemmeno gli olivastri.
p. 104
Gli uomini in cappotto di orbace appoggiati al muro accanto alla porta dell’osteria allungavano le labbra di sotto gli ispidi baffi e alzavano la mano in segno di saluto rispondendo al cenno di Angelo che si toccava con due dita l’orlo della berretta.
p. 104
Ma una mattina, nel cortile di casa, sua madre gli mostrò la leggera colonna di fumo nero che si levava di dietro la cima di Monte Homo.
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La foresta di Escolca è stata rasa al suolo completamente, e la stessa sorte stanno subendo i boschi di Oridda e di Mazzanni.
p. 105
Quasi contemporaneamente la beccaccia si levò tra i cespugli, si alzò col suo volo sghimbescio e zigzagante oltre la cima degli alberi. […] Così, essere riuscito a colpire a volo la beccaccia, uno dei colpi più difficili specie con un vecchio fucile ad avancarica, era bastato a dissipare i pensieri che fino a quel momento lo avevano angustiato. […] Spinse il cavallo sulla strada carreggiabile senza perdere d’occhio il cane che ogni tanto si fermava su tre zampe a guardarlo interrogativamente.