Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 100
Attualmente studiava legge a Torino e stava a Norbio soltanto nei periodi di vacanza.
p. 100
Ma di sera, quando i passeri si riunivano sui grandi cipressi che fiancheggiavano l’Oratorio delle Anime, allo stridìo assordante, come un misterioso segnale, da tutte le direzioni i ragazzi riaffluivano nella piazza. Quelle grida acute di ragazzi e quelle strida di passeri erano il primo segno della notte, a cui seguivano dal campanile della chiesa di Santa Barbara i rintocchi dell’Ave Maria.
p. 101
Allontanare Antioco dai ragazzi di strada era stato l’intento dei genitori quando lo avevano mandato in seminario ad Ales.
p. 102
Angelo sarebbe stato soddisfatto della propria situazione e del proprio lavoro se non avesse sentito come una colpa il fatto di collaborare con la Società Mineraria alla distruzione dei boschi.
pp. 102-103
In un primo tempo, quando aveva accettato di diventare un funzionario della Società, si era illuso di poter impedire, con l’aiuto dell’ingegnere, la distruzione di quel che restava delle foreste di Escolca e di Mazzanni, circa ottocento ettari di bosco, sui quali gli abitanti di Norbio esercitavano i loro antichi diritti di pascolo e di legnatico.