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autori

Giuseppe Dessì

opere

Il disertore

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

Milano, Mondadori, 1972

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

pp. 95-96
ldquo;«Non dimenticarti mai» disse il padrone di casa bonariamente accendendo la pipa «il proverbio antico: Piemuntés fals e curtés! … e poi … » continuò soffiando in alto il fumo «i boschi son fatti per essere tagliati e la legna per essere bruciata»

lingua

p. 95
Barbara, Olivia, Valentina e le altre sorelle erano tutte sedute attorno alla tavola, dopo cena e guardavano allibite Angelo che, rosso in viso, tutto eccitato, inveiva contro i piemontesi e criticava i loro metodi di governo.

colori

p. 95
Il signor Manno, senza perder la calma, continuava a centellinare il bicchiere di vecchia malvasia che si era versato da una bottiglia appena aperta, guardava controluce il colore ambrato del vino e Antioco, seduto accanto alla bionda Olivia, si arricciava i baffetti con la mano bianca e delicata.

costumi

p. 97
Si udiva appena il gorgoglìo della Fluminera, e la rena sgrigliolare sotto i loro passi.

lingua

p. 97
laquo;Sì,» disse saggiamente Valentina avvolgendosi nel morbido scialle di lana chiara «è meglio. Ma io ti accompagno fino al ponte.»

colori

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