Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
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C’era nella cameretta accanto al tavolino uno scaffale pieno di libri, alcune traduzioni di romanzi francesi in edizione popolare, manuali di agricoltura, diverse annate dell’«Eco dei Comuni», il periodico fondato, diretto e quasi completamente scritto da Don Francesco, una copia de I Promessi Sposi, un vocabolario italiano e la famosa Enciclopedia Universale dalla quale Angelo aveva tratto tutte le sue nozioni di storia.
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laquo;Sarà quel che Dio vorrà» disse Sofia alzandosi.
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Il giorno prima a quello fissato per il trasloco cominciò di buon mattino a spazzare, a lavare per terra, a spolverare i mobili e mise alle pareti le immagini dei suoi Santi protettori. […] Sofia appese un Crocifisso a capo del letto.
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D’improvviso, e per la prima volta da quando era entrata in quella casa con il carro della roba, si ricordò di Don Francesco Fulgheri e lo rivide seduto a quella tavola quando, nel sogno, mangiava la minestra di formaggio e finocchi, la sera della morte.
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Poi si mise a tracolla una sacca di tela piena di grano e camminando a lunghi passi regolari cominciò a spargerne il contenuto con un largo gesto rotatorio del braccio. Aveva deciso di seminare al modo antico, con la testardaggine proterva dei contadini di Norbio, contro la quale Don Francesco Fulgheri si era battuto invano per tanti anni.