Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 44
Angelo uscì dalla sacrestia camminando a ritroso e, dopo che fu uscito evitò di alzare gli occhi per non vedere l’enorme Crocifisso, grande come un uomo vero, inchiodato ad una croce di legno scuro, che stava lì, proprio sulla porta.
p. 44
Il corpo di Don Francesco vi fu adagiato e Giovannino fissò silenziosamente il coperchio con robuste viti di ottone unte di grasso, mentre i parenti grandi e piccini sfilavano borbottando preghiere e scongiuri.
p. 45
All’ora fissata, si recò al convegno vestita come nei giorni di lavoro, solo sul capo si mise la mantiglia di seta nera e pettinò per bene anche Angelo.
p. 45
Solo Donna Fernanda si era messa sui capelli la sua mantiglia di pizzo color tortora e portava la pesante collana d’oro col ventaglio di seta; Don Giovannantonio aveva gli stivali impolverati e la giacca alla francese con i risvolti di seta mangiati dalle tarme.
p. 46
I beni erano elencati minuziosamente, in modo che non potessero sorgere equivoci: la casa di abitazione con tutto quel che c’era dentro, compresa la parte rustica, con i magazzini, la stalla col cavallo, gli attrezzi agricoli; l’oliveto di Balanotti, con la casa rustica e tutto ciò che la casa conteneva; l’agrumeto e i frutteti di Lughéria, con le rispettive case, mulini ad acqua e attrezzi agricoli; le terre da semina di Saboddus e Acquacotta.