Giuseppe Dessì
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
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Giunto in sagrestia, si strinse la testolina del bimbo contro il pancione e gli arruffò con le dita i capelli, poi prese posto in una sdruscita poltrona ricoperta di velluto rosso e con un cenno perentorio gli ordinò di inginocchiarsi sul duro inginocchiatoio di legno grezzo.
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Gli fece baciare la croce annerita della stola ricamata e alzò la mano.
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Gli fece baciare la croce annerita della stola ricamata e alzò la mano.
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La cassa fu portata a spalle, secondo l’uso, e nelle soste veniva posata su di un traballante tavolino e irrorata di acqua benedetta dal canonico Masala, che si era rassegnato ad accogliere il corpo del “grande peccatore” nel sacro recinto.
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Ai funerali partecipò tutto il paese, fatta eccezione per Loru che si limitò a mandare il suo servitore Fideli con il landeau, perché riportasse a casa Don Giovannantonio e Donna Fernanda.