Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 297
Vedeva le ragnatele agli angoli delle pareti, l'avanzo del focolare, la cassa preistorica, il tavolinetto così nero che sembrava più antico della cassa, la brocca sgretolata, la forchetta di latta con un dente mozzo, la coperta del letto piena di macchie, la camicia di lui scolorita e rattoppata sul gomito...
p. 298
Il viso di lui apparve deformato dal pianto, ma con gli occhi fra le palpebre rosse limpidi e vivi come due stelle sul cielo ancora torbido dopo l'uragano.
p. 300
C'era tanta folla: eppoi tutti guardavano lei... Era la più elegante; aveva un vestito color d'argento e un velo scintillante...
p. 301
C'è un posto, dietro la chiesa, che io amo tanto, sa, all'angolo dell'abside: vada là verso il tramonto, vedrà l'altipiano tingersi di rosso, poi di violetto, e le parrà di essere ai piedi d'un castello barbarico.
p. 302
Poi sa chi ho veduto? Quella donna. Sta sul limitare della porta, e l'arco nero di questa e lo sfondo della vecchia casa inquadrano a meraviglia la sua figurina gialla e nera, fina e cupa.