Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 277
Dapprima furono due bottoni in filigrana d'oro, simili a due fragole gialle unite fra loro da un nastrino verde; poi altri bottoni in argento per le maniche del giubboncello, spille, un rosario di madreperla con una medaglia bizantina applicata sopra una croce d'oro; una collana di corallo che sembrava fatta di goccie di sangue; infine orecchini e anelli con predas de ogu, d'un rosso pallido sfumato in avorio come i petali non ancor dischiusi della rosa, o con pietre gialle e verdi liquide e brillanti come goccie di rugiada e di miele.
p. 278
Il fidanzato diventò rosso per il piacere, mentre Columba, riabbassati gli occhi, tornava a misurarsi gli anelli cercando i più stretti e Banna contava i bottoni.
p. 279
Una strana gelosia le pungeva il cuore, le dava l'insonnia; immobile sul suo materasso di lana dura come il crine, guardava con occhi spalancati il chiarore grigiastro della piccola finestra e cercava di scacciare il molesto pensiero, ma non poteva, non poteva...
p. 280
Anche là seduti sulle panche sucide alcuni postulanti aspettavano il loro turno, rigidi nei loro cappottini neri d'orbace dalle maniche strette; parevano compresi dal rispetto del luogo, ma quando videro Columba la salutarono con un rozzo cenno del capo, da sotto in su, e un vecchio le domandò:
- E che fai qui, Columba?
p. 280
Di lassù si vedeva la parte occidentale del paese, la chiesa nera e grigia fra le roccie, lo sfondo del paesaggio chiuso dalla linea dell'altipiano: la luce del mattino coloriva d'azzurro tutte le cose, il sole dorava i vetri delle finestruole, e in una di queste, in una casupola nera sgretolata, si sporgeva una bella fanciulla in corsetto di panno giallo: tale un ranuncolo fiorente sul muro di una rovina.