Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 273
Anche gli oleandri che seguivano la linea del fiumicello cominciavano a coprirsi di bocciuoli rossi; tutto era dolce e puro in quel luogo di pace.
p. 273
laquo;Se si parte presto, si può far qui anche un piccolo banchetto», pensa il grosso fidanzato volgendo qua e là i begli occhi castanei mentre la cavalla si scuote e dalla sua briglia sprizzano goccie scintillanti.
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Anche le macchie e le pietre formano un solo profilo nero su quello sfondo sempre più rosso; è il crepuscolo, l'ora delle fantasmagorie; ma il fidanzato conosce bene la strada e va dritto, con le mani sul pomo della sella, gli occhi pieni della visione calma e lucida del suo mondo interno.
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Il suo mondo interno è la distesa delle «sue» tancas coperte d'erba, di asfodelo per pascolo, di quercie sugherifere, popolate di vacche, di vitelli, di giovenchi, di servi, di cavalli, di cani; in fondo sorge il villaggio nero, con la «sua» casa, il granaio, le cucine, il cortile, l'orto.
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Banna, che lo seguiva, lo urtò alle spalle, ma Zuampredu si alzò felice e timido, per prender la bisaccia piccola, quella che sembrava di seta ricamata; la mise sopra una sedia e ne trasse un cofanetto d'asfodelo legato entro un fazzoletto rosso.