Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 240
Il suo viso ispido, i capelli, gli stracci che lo coprivano pur lasciando qua e là vedere le sue membra nerastre, avevano un colore solo come egli si fosse tuffato intero in un bagno di fango: un sacco fermato con una cordicella gli pendeva sulle spalle, e la punta della sua lunga berretta era gonfia, colma di roba.
p. 241
Intanto zia Martina gettava ad una ad una le brage spente entro il bicchiere guardandolo attraverso la luce: l'acqua diventava torbida e grigia e i piccoli carboni risalivano a galla: lo spavento dunque doveva essere stato forte.
p. 242
Mi chiama; io entro all'improvviso, sorelle mie care, e vedo lui tutto nero davanti ad una lanterna rossa, e in fondo alla stanza un fantasma bianco...
p. 242
- No, no, vi giuro, lo spirito l'ho veduto. Era lungo, bianco, si moveva: anime mie, cosa volete che fosse?
p. 243
Il sole al declino penetrando per l'uscio aperto sulla veranda illuminava la cassa: fra il nero dell'orbace i lembi di scarlatto parevano macchie di sangue e il panno giallo aveva un luccichìo d'oro; una rosellina violacea spiccava su un fondo di velluto verde come sull'erba di un prato.