Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 232
Zia Martina depose la corbula sulla cassa e levò e scosse la salvietta che la copriva: apparve un mucchio di stoffe nere, verdi e gialle...
p. 232
La camera dava sulla veranda ed era vasta, bassa, con un gran letto alto e duro circondato in fondo da un volante di stoffa a quadretti bianchi e rossi; dodici sedie antiche, di noce e di paglia, annerite dal tempo, s'allineavano simmetricamente lungo le pareti tinte con la calce, tre da una parte e tre dall'altra dell'alto cassettone scuro, tre da una parte e tre dall'altra di una lunga cassa nera scolpita.
p. 233
Una ruga s'ergeva a tratti fra le sue sopracciglia nere; e quando la donna accennò al suo pallore, ella sollevò alquanto gli occhi un po' torbidi, ma li ribassò tosto e disse con disprezzo: - È già la quarta volta che mi dite che sto poco bene, zia Martì! E che volete farmi la medicina della strega?
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Mentre ella preparava il caffè, la donna seduta per terra accanto alla sua corbula, con le gambe incrociate all'araba e le mani composte in grembo sotto la gonna nera che le serviva da mantello, riprese a chiacchierare.
p. 237
Sul suo viso scuro i denti forti e bianchi e gli occhi verdognoli scintillavano.