Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 220
- Dio volendolo fra nove mesi: il giorno di San Francesco uscii in campagna, il giorno di San Francesco ritornerò all'ovile; ed egli mi ha sempre accompagnato in questi trent'anni, egli è stato il mio amico e il mio fratello, e mi ha sempre aiutato perché, ohé, intendiamoci, io gli ho chiesto sempre cose lecite; io vado tutti i mesi alla sua chiesa, eccola lì, la vedi? In mezzo al monte come un'agnella bianca, m'inginocchio davanti al recinto e domando quello che ho da domandare.
p. 222
Donne e fanciulle passavano davanti a me, sotto gli archi fantastici delle fiammelle gialle e verdi che illuminavano la strada: paesane rosse e nere come papaveri, borghesi strette nei loro vestiti bianchi a guaina, col viso nascosto da canestri di fiori...
p. 222
Bere un quarto, un quinto bicchierino di villacidru e guardare un mento delicato, bianco come l'alabastro al riflesso della luna, due grandi occhi scuri e lucenti come il mare di notte, una fronte fasciata dall'ombra fosforescente di un velo...
p. 222
Ella passava: era vestita di seta argentea, era piccola ed agile, e l'abito molle un po' largo alla vita disegnava le sue forme perfette.
p. 224
Corsi su spaventata e lo trovai rosso in viso, congestionato, con la bava sulle labbra... egli sempre così calmo!