Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 214
Il prete abbracciava un Cristo nero e sanguinante che stava sul pulpito, e piangeva e gridava: «Dio mio, Signore mio, perdonate a quelli che non sanno quel che si fanno. Qui sotto i vostri occhi, mentre il sangue vostro cade per la salvezza dei peccatori, qui, qui c'è chi pensa ad uccidere, chi tiene il suo coltello in pugno per uccidere il suo fratello»...
p. 215
Era un ricco pastore di quarant'anni, bello, colorito di viso, con una barba nera lucida e gli occhi castanei e dolci: ma aveva le gambe corte e il corpo grosso e se seduto a tavola aveva un aspetto imponente, alzandosi diventava ridicolo.
p. 215
Ricorderò la storia del vecchio finché vedrò la terra rifiorire dopo l'inverno grigio e ogni volta che vedrò un uomo tendere verso la sua vera risurrezione che non è dopo la morte ma in questa vita stessa ed è il bene dopo il male, l'amore dopo l'odio.
p. 217
Solo verso sera uscii: la luna nuova tramontava sulla linea violetta dell'altipiano e dalla vallata salivano i tintinnii delle greggie e il zirlìo dei grilli; le voci umane tacevano, tutto era pace e dolcezza.
p. 218
Sebbene d'estate, il tempo qualche volta era fresco: soffiava il vento, il cielo sembrava il mare, sparso di nuvole immobili simili ad isole e a scogli argentei.