Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 149
Egli tremava visibilmente di freddo e i suoi piccoli occhi grigi velati da lunghe ciglia bianche erano umidi di lagrime.
p. 150
Il prete accennò di sì, e traendo dalle maniche le mani coperte di guanti di lana marrone le guardò fisso, una dopo l'altra.
p. 152
Il tenue barlume illuminava una cassapanca nera, un tavolino e un letto di legno dove, coperta fin sul collo da una coltre grigiastra, con un fazzoletto bianco intorno alle orecchie, dormiva una persona che a tutta prima sembrava una donna.
p. 152
Un'espressione di pietà raddolcì il viso tetro della vecchia; piano piano ella andò a sedersi sullo sgabello accanto al letto e dopo aver guardato i libri e gli altri oggetti: una bottiglia, un bicchiere, un coltello a serramanico, deposti sul tavolino senza tappeto, osservò che sulla parete, nonostante la fama di miscredente che Jorgj Nieddu godeva, un piccolo Cristo nero su una croce di metallo bianco curvava la testa e pareva guardasse il malato.
p. 152
Quasi per smentire questa pietosa diceria il malato aprì gli occhi, grandi occhi lucenti d'un nero dorato, e si animò come un morto che risuscita: il suo viso si colorì, e fra le labbra aride apparvero i denti intatti bianchissimi.