Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 148
Le stelle scaturivano, scintille d'oro, fra la cenere azzurrognola del caldo crepuscolo.
p. 149
Ma d'un tratto ricordò che era d'estate e si mise a ridere: poi guardò a lungo il gattino rosso che stava davanti al forno, immobile e pronto, coi baffi irti e la coda tesa, aspettando il passaggio di un topo.
p. 154
Essa venne, cauta e silenziosa, profumata d'ireos, con un abito chiaro biancheggiante nella notte diafana. Si abbracciarono a lungo, silenziosi, vibrando assieme, ebbri di gioia: il mondo era loro.
p. 155
La corriera attraversava le tancas selvaggie, gialle di stoppie e di sole ardente, qua e là ombreggiate da macchie di olivastri e di querciuoli.
p. 155
Ecco la cantoniera: nel paesaggio, a linee forti, ondulato, verde di macchie selvaggie, s'intravede qua e là qualche filo d'acqua violacea; s'odono fischi d'uccelli palustri; un pastore, bronzeo su uno sfondo luminoso, guarda l'orizzonte.