Lingua
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi/Cuec, 2003
Note sarde e ricordi
Giuseppe Manno
p. 13
Dovetti adunque dopo quell’ammonizione salutare, ricominciare il mio tirocinio di scrittore, prendendo le mosse dalla grammatica del Corticelli, e fermandole nel Dizionario della Crusca, spogliato da me da capo a fondo delle spoglie meno comuni.
p. 190
Le lettere italiane, venute in Sardegna nel memorando regno di Carlo Emanuele III, dopo breve fulgore eransi ridotte agli sforzi di alcuni sonettanti o arcadici o beotici che si fossero, ed alla povertà di poche prose stemperate, leziose o maniache.
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
p. 137
Quella cronaca ha un paio di fogli, intitolati: Il matrimonio di sangue misto. E noi […] lo trascriviamo fedelmente; permettendoci soltanto la libertà di tradurlo dal rozzo francese, che si scriveva a quei tempi dalle persone corte del Marchesato di Susa, in una discreta lingua italiana.
p. 218
#8210; Buon giorno, o patrioti, disse loro, salutando affabilmente e indirizzando la parola al supposto padre, in prettissima lingua savoiarda.
‒ Buon giorno, signore.
‒ Noi siamo patrioti, senza dubbio.
‒ Pare anche a noi, almeno dalla lingua.
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 124
Era una vezzosa biondina che incarnava il tipo, ormai classico e tanto raro fra noi, della soubrette di vaudeville: una lussureggiante capigliatura d’un biondo cenere naturalmente ondulata, il nasino volto all’insù, i grandi occhi d’un azzurro luminoso, la bocca dalle labbra tumide, carnose, sempre pronte al riso – ad un riso arguto, comunicativo...