Lingua
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 310
Nella sala si sparse un sentore di bettola mentre il filuferru tropeano ridava ai volti colore e sicurezza.
p. 311
ldquo;«Non ho voluto disturbare Vostra Signoria, ho telegrafato a Sua Eccellenza il Prefetto, privatamente, beh sì, en amitié …» «En amitié un corno!» sbottò Follesa alzandosi e spingendo Giorgiades fuori dalla porta.
p. 323
Il tram infilò la via fiancheggiata a sinistra dai grandi palazzi con gli alti portici ombrosi e a destra dai colossali ficus elastica del fogliame folto, carico di polvere.
p. 323
A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi.
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A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi.