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Colori

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945

Cenere

Grazia Deledda

p. 31
Ebbene, andrai domani. Ora finisci il tuo lavoro, e ricordati ciò che diceva il re Salomone: «La furia della sera lasciala alla mattina... »
I tre uomini tornarono al lavoro: ma spingendo sotto la ruota la pasta delle olive frante, il mugnaio gridava, borbottava, imprecava, mentre gli altri lo deridevano e la moglie gli diceva tranquillamente: - Via, non prenderti poi la porzione più grande. Dovrei arrabbiarmi io, Santa Caterina mia! Ricordati, Anania, che Dio non paga il sabato.

colori, religiosità

p. 31
Con questa promessa ella lo condusse in una casetta vicina al molino, e gli diede da mangiare pane bianco e formaggio, un uovo ed una pera.

colori, flora e fauna

p. 37
Era un'annata abbondante di olive; anche i proprietari dei paesi vicini s'affannavano per ottenere l'opera del frantoio che funzionava giorno e notte; per ogni macinata di circa due ettolitri d'olive si lasciavano due litri d'olio. Accanto alla porta c'era una latta per l'olio da alimentar la lampada di questa e quella Madonna, e le persone devote non mancavano mai di versarvi un po' del prodotto delle olive macinate durante la giornata. Sacchi d'olive nere lucenti, sansa fumante, barili ed altri recipienti sporchi ingombravano sempre l'ambiente nero, caldo e sucido del molino; e in questo ambiente, intorno alla ruota trainata dal lungo cavallo baio, davanti alla caldaia bollente, accanto al torchio sempre in moto, sempre stillante olio, fra l'odore non sgradevole ma troppo forte della sansa e dei rifiuti dell'olio, muovevasi di continuo una folla di tipi caratteristici.

colori, flora e fauna

p. 37
Dal finestrino del molino Anania e Bustianeddu guardavano anch'essi con intenso desiderio l'orto soleggiato, aspettando che l'ortolano si assentasse: ma zio Pera, ch'era un ometto secco, dal viso rosso-terreo, sbarbato e sarcastico, amava troppo le sue fave e i suoi cavoli per abbandonarli durante la giornata: solo verso sera saliva al molino per riscaldarsi e chiacchierare.

colori, flora e fauna

p. 38
Efes lo guardò coi suoi occhi vitrei, rotondi e sporgenti, e mentre sulle sue guancie gialle e cascanti passava come un brivido di disgusto, la sua mano palpava il lurido collo della giacca abbottonata.

colori

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