Lingua
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 245
Tuttavia si alzava presto al mattino, prendeva una tazza di migiurato, come sempre, e cominciava a sfaccendare.
p. 246
ldquo;«Un giorno o l’altro vi avvelenerete, con quelle erbe, mammài»
pp. 248-249
Su la porta della cucina c’era Efisina, la servetta che tutti chiamavano «sa dottoredda» perché aiutava Don Tommaso in ambulatorio e andava nelle case a far le iniezioni.
p. 249
ldquo;Le avevano insegnato a salutare, e che quelle doveva chiamarle Donna, e lei salutò, ma disse zia&rdquo
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Le avevano insegnato a salutare, e che quelle doveva chiamarle Donna, e lei salutò, ma disse zia.