Lingua
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 190
Parlava un misto di sardo e di toscano.
p. 196
Dalle mappe risultava che nella regione di Aletzi vi erano quindicimila olivastri. […] «Sì, mammài,» diceva immaginando di polemizzare con sua madre e ribattere i suoi argomenti «sono lavoratori molto svelti, sono certo che potranno tagliare gli alberi e, allo stesso tempo, innestare gli olivastri» […] Fra vent’anni sarà tutto un gran bosco di olivi, piante che nessuno oserà mai tagliare.
p. 196
ldquo;«Sì, mammài,» diceva immaginando di polemizzare con sua madre e ribattere i suoi argomenti «sono lavoratori molto svelti, sono certo che potranno tagliare gli alberi e, allo stesso tempo, innestare gli olivastri»
pp. 227-228
ldquo;Donna Luisa Loru, nata Boy, teneva molto ai titoli gentilizi, proprio perché lei, che veniva da una famiglia di altezzosi nobilucci, aveva sposato un plebeo paesano che si era fatto da sé, e che, per mantenersi agli studi era stato persino maiolu, cioè servetto, in casa di un nobile cagliaritano, secondo l’antica tradizione spagnuola&rdquo
pp. 227-228
Donna Luisa Loru, nata Boy, teneva molto ai titoli gentilizi, proprio perché lei, che veniva da una famiglia di altezzosi nobilucci, aveva sposato un plebeo paesano che si era fatto da sé, e che, per mantenersi agli studi era stato persino maiolu, cioè servetto, in casa di un nobile cagliaritano, secondo l’antica tradizione spagnuola.