Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 549
Ma d'improvviso una figura apparve sulla porta; alta, sottile, vestita d'uno stretto abito granato a fiori neri, aveva una ghirlanda di rose sul capo, e qua e là sul viso, sulla persona, sui piedi, qualche cosa che scintillava: gli occhi, i gioielli, le scarpette...Egli spalancò gli occhi e riconobbe Noemi; ma dietro di lei, accomodandole le rose del cappello e le pieghe del vestito, donna Ester con le ali nere dello scialle rigettate sugli omeri gli parve l'ombra della sposa.
p. 549
Per un'attenzione di Noemi verso il malato neppure la cucina era stata ripulita, come si usa per le nozze; la casa e il cortile erano silenziosi, il gatto stava immobile sulla panca, nero con gli occhi verdi come l'idolo della solitudine; nel silenzio si udiva il legno corroso del balcone scricchiolare e sollevando un poco di più la testa Efix rivide un'ultima volta il muro rovinato e l'erba e i fiori d'ossa dell'antico cimitero.
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Efix guardava silenzioso, immobile, con le mani nere e secche aggrappate all'orlo del panno; e pareva affacciarsi, già cadavere, dal mondo di là per contemplare un'ultima volta la felicità della sua padrona.
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Don Predu è vestito di nero, un abito nuovo attillato che lo costringe a respirar forte, ma Efix non ne distingue il viso, mentre vede la bocca sarcastica del Milese, lunga, stretta, come piena di riso represso, e il ventre gonfio d'una parente delle dame, quella che deve accompagnare la sposa, e due ceri con due nastri color rosa sostenuti da due manine pallide.
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Ed era pallida, nel suo vestito granato, con gli occhi cattivi pieni di lagrime.
Ma Efix non ne provò dolore.
- Siamo nati per soffrire come Lui; bisogna piangere e tacere..., - disse con un soffio.
E questo fu il suo augurio.