Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 540
Piano piano la sua luce illuminava tutto il paesaggio misterioso e come al tocco di un dito magico tutto spariva; un lago azzurro inondava l'orizzonte, la notte d'autunno limpida e fredda, con grandi stelle nel cielo e fuochi lontani sulla terra, stendevasi dai monti al mare.
p. 541
Ed ecco don Predu che arriva, siede accanto alla stuoia e comincia a scherzare. È allegro, don Predu; s'è ingrassato di nuovo e la catena d'oro non pende più tanto sul suo panciotto nero.
p. 542
Ma alte pareti affumicate, con chiazze rosse di rame, con una panca in fondo, circondavano sempre l'orizzonte: al di là non si andava, mentre egli aveva bisogno di andare al di là, per liberarsi del suo peso, per guarire del suo dolore.
Due volte Noemi lo trovò alzato che tentava di uscire fuori del cortile.
p. 546
Donna Ester saliva dalla valle col viso coperto da un'ala nera; sollevava l'ala, mostrava il suo viso scuro, doloroso, gli occhi velati di pietà, ma si traeva indietro dal muricciuolo come per paura di cadere; ed ecco altre figure salivano, tutte col viso nascosto da un'ala nera, e tutte si avvicinavano ma si ritraevano subito spaurite, spaventate dal pericolo di precipitare al di là.
p. 546
E quando donna Ester si chinò su lui, credendolo addormentato e sollevò lievemente il lembo del panno, lo vide con gli occhi spalancati, col viso rosso, le labbra tremanti.