Lingua
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 39
- Questo è Maometto! Questa è una scimitarra! Allargaribus.
p. 52
Prete Porcheddu tacque un poco, pensoso, grave: poi mormorò una quartina in dialetto. Era una invocazione al mese di maggio.
Maju, maju, bene eni,
Cun tottu sole e amore,
Cun sa parma e cun su fiore
E cun sa margaritina...
p. 65
Le donne sedettero su sgabelli di sughero, Elias, silenzioso ma non triste, distribuì i corcarjos d'unghia di pecora, e zio Portolu sturò i malunes pieni di giuncata e di latte. Zio Martinu dominava la scena, e guardava ostinatamente Maddalena. Mangiarono e bevettero in abbondanza; la giuncata era squisita, e zio Portolu si sarebbe offeso se gl'invitati non avessero dato fondo ai malunes.
p. 79
- Lo vedete su bellu mannu, il fiorellino di casa nostra, che voleva morire proprio il giorno in cui suo fratello si sposava? Son cose da farsi queste? Eh, ma io ti ho veduto sulle pietre, l'altra sera, e dissi fra me: «il colombo vuole ammalarsi». Poi andiamo, lo troviamo lì sotto quell'albero, come morto, e lo dobbiamo portar qui sopra un carro. Se son cose da farsi!
p. 82
Cominciarono col parlare di cose indifferenti; di ciò che aveva fatto zio Martinu in tutto il tempo che non s'era lasciato vedere, delle pecore, degli agnelli, d'un toro che era stato rubato in una tanca vicina.