Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 521
Efix fece sedere i ciechi contro il muro ed entrò nella chiesetta avanzandosi in punta di piedi fino ai gradini dell'altare ove don Predu inginocchiato immobile pregava col viso sollevato, i capelli azzurrognoli nella penombra dorata dai ceri, una falda rossa del gabbano rivoltata, lo sprone al piede, simile in tutto ai Baroni in pellegrinaggio quali il servo li aveva veduti dipinti in qualche antico quadro della Basilica.
p. 522
Egli non si muove, non parla: e il vecchio se ne va, piano piano, su fra le macchie e le pietre, senza voltarsi, grande e nero sullo sfondo azzurro della montagna.
p. 522
E a poco a poco alla sorpresa seguì un impeto di gioia, un desiderio di ridere: e rise, e tutto intorno il cielo si colorì di azzurro e di rosa, e le cinzie cantarono fra le macchie.
p. 523
Una processione s'aggirava continuamente attorno al santuario, come un serpente rosso e bianco, giallo e nero: gli stendardi sventolavano simili a grandi farfalle, e canti corali, tintinnii di cavalli bardati per la corsa, grida di gioia si univano alle cantilene gravi dei pellegrini.
p. 523
Passavano donne coi capelli neri sciolti giù per le spalle come veli di lutto; seguivano uomini a capo scoperto, con un cero in mano, scalzi, polverosi come arrivassero dall'altra estremità del mondo: tutti avevano gli occhi pieni di domande e di speranza.